Tra le recenti attività di Sisem occupa certamente un posto di rilievo la progettazione e la direzione lavori connessa alla realizzazione di sistemi di videosorveglianza per la sicurezza urbana (committente ultimo: Ministero degli Interni).
I vari decreti-legge che si sono susseguiti sino ad oggi hanno riportato alla ribalta la necessità di prevenire e contrastare fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, attraverso l’installazione di sistemi di videosorveglianza a vantaggio delle zone maggiormente interessate da fenomeni di degrado.
L’utilizzo degli impianti di videosorveglianza da parte del Comando di Polizia locale, della Questura e del Comando provinciale dei Carabinieri costituisce uno strumento molto efficace di prevenzione e razionalizzazione dell’azione di Polizia locale, Polizia di Stato e Carabinieri sul territorio comunale, in stretto raccordo con le altre Forze dell’ordine.
Tra gli scopi di siffatti impianti si annoverano i seguenti:
- prevenire e reprimere atti delittuosi, attività illecite ed episodi di microcriminalità commessi sul territorio, al fine di garantire maggiore sicurezza ai cittadini nell’ambito del più ampio concetto di “sicurezza urbana”;
- prevenire e reprimere fenomeni di degrado urbano e svolgere controlli volti ad accertare e sanzionare violazioni delle norme in materia ambientale;
- vigilare sull’integrità, sulla conservazione e sulla tutela del patrimonio pubblico e privato, dell’ordine, del decoro e della quiete pubblica;
- controllare determinate aree del territorio;
- lettura targhe e monitoraggio dei flussi di traffico;
I sistemi di sicurezza normati dal CT 79 (sistemi di allarme antintrusione, videosorveglianza, controllo accessi, etc.) rientrano nel campo di applicazione del Decreto Ministeriale 37/08 ed in particolare nella tipologia di impianti di cui all’art.1, comma 2, lettera b (impianti elettronici) e sono quindi soggetti a tutti gli obblighi che ne derivano.
Secondo il decreto ministeriale, bisogna sempre redigere il progetto dell’impianto che poi dovrà essere realizzato a regola d’arte, come previsto dall’art.6 e come già fissato dalla L.186/68. Una volta terminata l’installazione le imprese hanno l’obbligo di rilasciare la dichiarazione di conformità (art.7).
Le norme tecniche di riferimento per questo tipo di sistemi sono le EN 62676. La norma EN 62676-1-1 definisce quattro gradi sicurezza che un sistema di videosorveglianza può avere; questi gradi di sicurezza tengono conto della probabilità di accadimento di un evento e del danno potenziale delle conseguenze.
La Norma CEI EN 62676-4, invece, fornisce le raccomandazioni e le prescrizioni per la scelta, la pianificazione, l’installazione, la messa in servizio, la manutenzione e le prove di sistemi di videosorveglianza costituiti da uno o più dispositivi di acquisizione immagini, interconnessioni e dispositivi di gestione immagini destinati a essere utilizzati in applicazioni di sicurezza.
I moderni impianti di videosorveglianza consentono riprese video a colori in condizioni di sufficiente illuminazione naturale o artificiale, in bianco e nero in caso contrario. Non sono effettuate riprese di dettaglio dei tratti somatici delle persone, che non siano funzionali al soddisfacimento delle finalità previste dal regolamento. Per quanto riguarda Il trattamento dei dati personali esso deve svolgersi nel pieno rispetto dei principi di liceità, finalità, necessità e proporzionalità, sanciti dal Codice.